I dipendenti costano alle aziende quasi il doppio.
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All’ inizio di ogni attività o successivamente quando è necessario aumentare il personale all’interno delle proprie fila, molti imprenditori si documentano su come cercare un buon candidato con l’obiettivo di assumerlo e spesso è proprio in questa fase, parlando con il consulente del lavoro che sorge spontanea la domanda: quanto costa assumere un dipendente?
Dare una risposta a questa domanda non è sempre facile, infatti, per via delle diverse tipologie contrattuali presenti all’interno del nostro ordinamento, non esiste una risposta univoca e molto spesso a conti fatti non tutti possono permettersi di assumere un nuovo dipendente poichè oltre al costo vivo dello stipendio sul datore di lavoro gravano anche molte altre spese.
RETRIBUZIONE ANNUA LORDA: RAL
Per calcolare quanto costa assumere un dipendente bisogna partire dalla RAL, cioè la retribuzione annua lorda che il dipendente percepisce in base alla propria categoria di appartenenza ed in funzione dei contratti collettivi del lavoro.
In dettaglio la RAL comprende:
Minimo contrattuale: definito dai contratti collettivi di categoria (CCNL) in base al livello di inquadramento aziendale.
Scatti di anzianità: è un importo fisso determinato come da CCNL. Gli scatti di anzianità vengono erogati quando il lavoratore raggiunge una determinata anzianità di servizio presso la stessa azienda. Si tratta di una sorta di bonus destinato a chi, avendo maturato maggior esperienza, dovrebbe essere più veloce e produttivo.
Indennità di contingenza: è un importo fisso determinato come da CCNL e in base al livello di inquadramento aziendale.
Superminimo: non è un importo previsto dal CCNL ma personalizzato. E’ un importo in più che viene dato in funzione delle competenze professionali e dell’esperienza pregressa in aggiunta al Minimo contrattuale. Mentre il Minimo Contrattuale è uguale per tutti quelli che sono inquadrati al medesimo livello il Superminimo è “ad personam”.
CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI
In aggiunta alla RAL, a carico del datore di lavoro gravano i contributi previdenziali ed assistenziali (nel lavoro privato, di solito, INPS ed INAIL) somme che garantiscono ai dipendenti una copertura pensionistica e sanitaria.
TFR
Un altro elemento che incide sul costo aziendale di un dipendente sono è il TFR ossia il trattamento di fine rapporto. Il TFR maturato viene liquidato direttamente dal datore di lavoro. L’ammontare del TFR spettante al lavoratore è uguale alla somma, per ciascun anno di servizio, della retribuzione utile divisa per 13,5.
La quota di retribuzione annuale così determinata deve essere accantonata e va rivalutata al 31 dicembre di ciascun anno.
Leggi anche: Assunzioni tutti gli incentivi alle imprese.
TREDICESIMA E QUATTORDICESIMA
L’anno è composto da 12 mesi. Ma per i lavoratori dipendenti i mesi sono 14, almeno quelli retribuiti. Così l’azienda deve pagare anche la cosiddetta tredicesima e quattordicesima (se il CCNL applicato al rapporto di lavoro prevede anche queste ulteriori mensilità), importi che fanno lievitare il costo aziendale del lavoratore.
Leggi anche: Come calcolare la tredicesima e quando pagarla.
COME CALCOLARE IL COSTO DI UN DIPENDENTE
Per calcolare il costo di un lavoratore vanno sommate quindi le seguenti voci:
- la RAL (retribuzione annua lorda) e i ratei relativi alle cosiddette retribuzioni differite come il TFR, la tredicesima e la quattordicesima (laddove il CCNL applicato al rapporto di lavoro prevede anche queste ulteriori mensilità). Nonché le indennità sostitutive delle ferie e dei permessi non goduti;
- i contributi previdenziali a carico dell’azienda che devono essere versati all’INPS e che corrispondono, in linea di massima, al 33% della RAL;
- i contributi assistenziali a carico dell’azienda che devono essere versati all’INAIL e che corrispondono, in linea di massima, al 11 per mille della RAL;
- la rivalutazione annuale del TFR maturato;
- ulteriori oneri legati alle specificità del rapporto di lavoro o ad accordi sindacali aziendali o nazionali (ad es. contributi per la previdenza complementare, per fondi sanitari, erogazione di buoni pasto).
Facciamo un esempio concreto per comprendere più da vicino il calcolo del costo per un dipendente dipendente:
- RETRIBUZIONE ANNUA LORDA: € 20.613,72 (RAL);
- ALIQUOTA INPS: 38,94% (di cui il 9,19% trattenuto al lavoratore) ;
- ALIQUOTA INAIL: 22‰;
- ALIQUOTE ADDIZIONALI REGIONALI E COMUNALI;
- ALIQUOTE IRPEF E DETRAZIONI FISCALI.
QUANTO COSTA ASSUMERE UN DIPENDETE: IL CALCOLO
- Contributi INPS a carico azienda € 20.613,72 x 29,75% (ovvero aliquota INPS globale meno quota INPS a carico del lavoratore) = € 6.132,58;
- Contributi INAIL € 20.613,72 X 22% = € 4.535,02;
- Retribuzione Imponibile Fiscale del lavoratore € 18.719,32 (ovvero RAL meno contributi INPS a carico del lavoratore);
- IRPEF e addizionali comunale/regionale da trattenere al lavoratore € 3.606,16;
- Netto in busta al lavoratore € 15.113,16 (ovvero RAL meno INPS a carico del dipendente meno IRPEF e addizionali).
- Trattamento di fine rapporto (TFR) RAL/13,5 = € 1.526,94
Costo globale annuo del lavoratore € 31.281,32
Netto in busta paga del lavoratore € 15.113,16
Questo significa che solo il 46% dei costi sostenuti dal datore di lavoro finiscono nella busta paga percepita dal dipendente.
Nel calcolo di costo per assumere un dipendente va inoltre conteggiato il fatto che affinché una persona possa lavorare, ha bisogno di un computer, di una scrivania, di una sedia, di un locale, del riscaldamento/raffrescamento, di qualcuno che tenga la contabilità dell’azienda, dell’ufficio paghe che produca il cedolino, eccetera. In breve ha bisogno di una struttura e questo rappresenta un’ulteriore carico per l’azienda.
Con questo quadro della situazione molto spesso le aziende si ritrovano a dover fare una scelta: assumere un dipendente con il rischio di affrontare spese elevate che sarà difficile sostenere oppure ottimizzare e spesso sovraccaricare, le risorse già esistenti?
Questo è il motivo che spinge molto spesso le aziende a rivolgersi a collaborazioni esterne o ad altre forme contrattuali utilizzate per abbattere il costo del lavoro ma che creano indubbiamente un alto livello di precarietà.
Hai un’ attività e anche tu ti ritrovi o ti sei ritrovato a fare queste scelte? Hai trovato una soluzione? Raccontaci la tua esperienza nei commenti.
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Da questo articolo si capisce perchè le imprese non hanno fondi per l’innovazione, la produttività, la formazione, i riconoscimenti ai collaboratori.
Tutti vessati dunque, impresa e chi ci lavora.
Poi almeno, queste tasse fosse spese bene.. e invece vediamo che ..
Complimenti per la chiarezza dell’articolo.