Lavoro flessibile: vantaggi e difficoltà in Italia

Non solo le aziende, anche i candidati valutano un oportunità di lavoro in base alla flessibilità aziendale, oggi requisito fondamentale forse anche più dello stipendio.

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Quante volte ti sei lamentato perchè impieghi un’ora per arrivare a lavoro oppure perchè non hai modo di scegliere un’orario compatibile con i tuoi impegni personali? Quello che oggi i dipendenti chiedono è un lavoro flessibile.

La flessibilità sul luogo di lavoro è una delle maggiori aspirazioni di molti italiani, addirittura il 30% rinuncerebbe a ferie e permessi pur di poter scegliere il luogo da cui lavorare e per la metà degli intervistati il fatto che l’azienda presa in considerazione preveda forme di flessibilità viene valutato con un’importanza maggiore addirittura del prestigio dell’azienda stessa.

A rivelarlo è l’annuale Global Workspace Survey di IWG, che evidenzia come la flessibilità degli spazi di lavoro sia ormai diventata un elemento cruciale della contrattazione professionale e delle strategie aziendali per attrarre i migliori talenti.

Attrazione per i talenti

Dal punto di vista della scelta dell’azienda in cui lavorare, l’86% degli italiani privilegerebbe un’offerta di lavoro che contempli la flessibilità rispetto a un’altra simile che non preveda lo stesso vantaggio. Questo anche a fronte del fatto che per la maggioranza dei lavoratori del nostro Paese la scelta dell’ambiente di lavoro rappresenta un fattore chiave nella valutazione di nuove opportunità di carriera. Per il 70% dei rispondenti il lavoro flessibile rappresenta ormai la normalità e oltre la metà (54%) afferma di lavorare in luoghi diversi da lla sede aziendale per almeno metà della settimana lavorativa.

Vantaggi del lavoro flessibile

Le aziende sembrano iniziare a capire che offrire flessibilità ai lavoratori significa anche dare loro un segnale di fiducia che porta benefici anche all’organizzazione stessa, in termini di produttività, tanto che, secondo i risultati della ricerca, l’86% dei rispondenti italiani dichiara di lavorare per un’azienda che ha adottato specifiche politiche di flessibilità degli spazi di lavoro negli ultimi 10 anni o che ne sta attualmente pianificando l’adozione. Secondo le statistiche, le aziende che offrono flessibilità possono contare prima di tutto su dipendenti più sani e felici, ma anche su una forza lavoro più produttiva.

La flessibilità, secondo la maggior parte degli intervistati aiuta a raggiungere un più efficace equilibrio tra vita professionale e vita privata, migliorando soprattutto la vita dei lavoratori pendolari (81%). Tutto ciò aumenta la soddisfazione degli italiani nei confronti della professione: lo afferma il 71% degli intervistati del Belpaese.

Quello che pesa ai lavoratori, italiani e non solo, non è tanto il lavorare nella sede aziendale, quanto il tempo necessario per recarsi nella sede di lavoro ogni giorno.
Per ben 4 lavoratori su 10 il pendolarismo viene indicato come la parte peggiore della propria giornata e un italiano su 10 in Italia dichiara di essere “regolarmente in ritardo” al lavoro causa problemi lungo il tragitto. Tempo in cui, anche se non si è alla guida ma si è su un mezzo pubblico di dedica comunque al lavoro: il 34% pensa che il tempo del pendolare non sia da considerare “tempo libero”, bensì debba essere ricompreso nell’orario lavorativo.

Lo smart working, ad esempio, non rende agile solo il lavoro, ma l’azienda intera. Un esempio su tutti: rivolgendosi a uno spazio di lavoro flessibile, un’impresa può inserire rapidamente i dipendenti in un nuovo mercato, per poi riportarli con altrettanta velocità nel settore iniziale se necessario.

L’89% del campione intervistato da IWG pensa che il lavoro flessibile faccia crescere il business , secondo l’88% dei rispondenti italiani, aiuta l’impresa a rimanere competitiva sul mercato; per l’83%, aiuta a massimizzare i profitti. Inoltre, permette al business di sbarcare su nuovi mercati (80% del campione) e di reclutare e trattenere i migliori talenti (78%).

Dal punto di vista delle aziende, la metà di quelle italiane dichiara di scegliere il lavoro flessibile perché permette di accelerare i tempi di ingresso in nuovi mercati a livello internazionale. Il ricorso a spazi di lavoro flessibile, inoltre, viene considerato fondamentale per le aziende per:

  • espandersi velocemente;
  • ridurre le spese di capitale e quelle operative;
  • mitigare i rischi aziendali;
  • consolidare il proprio portafoglio.

Cosa frena il lavoro flessibile

Come freno ad una approccio flessibile al lavoro c’è ancora, tuttavia, il retaggio culturale: il 73% degli intervistati italiani dichiara che cambiare la cultura organizzativa dell’impresa rimane il più grande ostacolo all’implementazione di politiche per la flessibilità degli spazi di lavoro.
Secondo il 43% è la paura dell’impatto del cambiamento ad essere il freno più grande. Rispetto alla media globale, gli italiani si dimostrano in effetti meno fiduciosi rispetto all’impatto potenziale del lavoro flessibile sulla qualità forza lavoro: solo il 56% dei rispondenti italiani (contro il 71% della media globale) pensa che offrire modalità flessibili di lavoro sia utile per ampliare il bacino di potenziali talenti e solo un quarto dei lavoratori italiani (contro un terzo a livello globale) rinuncerebbe a un posto di lavoro che offrisse un ruolo di maggior prestigio per un altro che includa la flessibilità.

La strada comunque è ormai tracciata, stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di lavoro. Chiamiamolo pure smart working, lavoro agile, flessibile, da remoto… tra non molto si chiamerà solo “lavoro” e sarà la normalità. Assistiamo in questo momento a una fase di transizione, in cui l’importanza di questo nuovo modo di lavorare è sempre crescente ed è oggetto di profonde discussioni da parte di molteplici funzioni aziendali, tra cui il risk management, lo sviluppo del business, le risorse umane e le funzioni di marketing e strategia.

È inevitabile che tutto ciò si rifletta in un’evoluzione del concetto di “sede” e anche dei portafogli immobiliari delle nostre aziende.
Solo un decennio fa non si poteva scegliere, la musica si doveva acquistare in un formato fisico, come un cd. Poi è arrivato Spotify. La rivoluzione degli spazi di lavoro è proprio dietro l’angolo e le aziende intelligenti stanno iniziando a pianificare questa trasformazione totale già da ora.

La tua azienda ha già attuato politiche di lavoro flessibile? Fammelo sapere nei commenti.

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