
Sembra questa l’ultima moda del momento: chiedere denaro in cambio di un posto di lavoro.
E’ un fenomeno di cui sempre più spesso si sente parlare e che si sta diffondendo a macchia d’olio.
C’è chi chiede soldi per ungere le ruote di chi “comanda” oppure chi li giustifica come costi burocratici. Altri richiedono costose iscrizioni a corsi di formazione al termine dei quali è garantito un lavoro che poi risulta essere inesistente.
Ma non è finita qui, ce n’è davvero per tutti i gusti:
Tantissime sono le offerte di lavoro a domicilio, a cominciare dall’assemblaggio di piccoli congegni, fino ad arrivare all’etichettatura di lettere e pacchetti. Come funziona? Si pagano poche decine di euro, per ricevere inutili kit e scoprire amaramente che è stata solo una perdita di tempo, e di denaro.
Per chi è alla ricerca di successo e vuole lavorare nel campo del cinema, della moda o della pubblicità c’è l’obbligo di acquisto del book, un servizio fotografico di qualche migliaio di euro, che ovviamente non garantisce il risultato.
Per i più intraprendenti il tranello è rappresentato da improbabili proposte d‘affari, come quelle dei “multi level marketing”, meccanismi che rendono il candidato immediatamente partner della società. Il lavoro consiste nella costante ricerca di nuovi clienti disposti a svolgere l’attività, in realtà si tratta di vere catene di Sant’Antonio (vince chi resta al vertice della piramide, perdono tutti gli altri);
Un altro espediente dei truffatori di professione è quello di organizzare messinscene fingendo di offrire lavoro, dando riscontro positivo ai candidati, con l’unico scopo di farli chiamare ad un numero a tariffazione speciale a pagamento.
Infine sono in costante aumento le offerte che richiedono un contributo economico anche per svolgere soltanto un colloquio. Molte aziende motivano questa prassi come una scelta strategica, per effettuare una prima scrematura tra le tante proposte di collaborazione.
Inutile ribadire che lavorare è un diritto e quindi non bisogna assolutamente pagare per trovare lavoro.
Per difendersi da questa tipologia di truffe potete rivolgervi agli ispettori del lavoro o ai carabinieri. Ma il più delle volte è troppo tardi. Il miglior mezzo per tutelarsi è informarsi e usare prudenza, suggeriscono le associazioni dei consumatori; come l’Adiconsum, per esempio, e il Movimento di difesa del cittadino, che proprio nei giorni scorsi hanno pubblicato una guida alle truffe e un decalogo per non cascarci (www.adiconsum.it).
E’ successo anche a te? La tua esperienza puo’ essere di aiuto ad altre persone che stanno cercando lavoro, raccontaci la tua storia.